Senso di colpa sano o patologico?

Chi non è stato mai vittima del senso di colpa?

È un emozione che assolve ad una specifica funzione, da infatti la possibilità di comprendere se è stato commesso un danno ingiustificato nei confronti di qualcuno, e spinge a rimediare.

In sé quindi è un’emozione utile che svolge anche un’importante funzione sociale, in quanto porta a comportarsi bene, a non arrecare danno agli altri, e nel caso sia stato fatto spinge a porre rimedio.

Questa è la sua funzione originaria. Tuttavia c’è da dire che non è solo questo, infatti possiamo provarla per molti altri motivi. Alcuni “sani” altri meno!

Senso di colpa possiamo provarlo quando:

– Durante il giorno non riusciamo a portare a termine i nostri propositi

– Non facciamo quello che vuole l’altro

– Pensiamo qualcuno possa soffrire a causa nostra

– Proviamo felicità e soddisfazione per la nostra vita, ma qualcuno accanto a noi no

– Sentiamo di avere più di un altro, soprattutto se si tratta di una persona cara

– Qualcuno pur di non assumersi le proprie responsabilità, vuole farci credere che quello che è accaduto è colpa nostra

Decidiamo di  soddisfare i  nostri bisogni, e di sacrificare o mettere in secondo piano qualche altro aspetto

E molto altro…

Le situazioni possono essere molteplici. Ognuno in base al proprio modo di essere, vedere il mondo ed esperienze vissute avrà i propri personali motivi.

A volte il senso di colpa diviene un vero e proprio “macigno” da trasportare   e in questo caso può condizionare non poco la qualità della vita.

Differenza tra senso di colpa sano e patologico

Vediamo di cosa si tratta…

Possiamo definire il senso di colpa sano, quando c’è oggettivamente un errore accertato. La persona in questione ha causato intenzionalmente un torto, un problema o una sofferenza a qualcuno.

Quando la persona in questione, ha effettivamente causato con la propria disattenzione, “faciloneria”, un evento che poteva altrimenti essere evitato.

Ad esempio:

– Causare un incidente o la morte di qualcuno per alta velocità o distrazione

– Rubare qualcosa

– Ferire intenzionalmente qualcuno

In tutti questi casi il senso di colpa ha lo scopo di far comprendere l’errore commesso (è una sorta di giudice interno). E anche se non si può tornare indietro, porta a rimediare quando è possibile,  permette di apprendere, e serve da monito per il futuro in modo da non ricadere nello stesso errore.

Possiamo definire il senso di colpa patologico, quando alla base non c’è alcun errore oggettivo

– Sentirsi in colpa per non essere andati a trovare un genitore

– Sentirsi in colpa per avere più successo dei propri fratelli e sorelle

– Sentirsi in colpa per aver messo il proprio figlio all’asilo nido, per ricominciare a lavorare

– Sentirsi in colpa per aver detto di no alla richiesta di un collega

In tutti questi casi e molti altri, non c’è un motivo oggettivo e accertato per cui è ovvio e utile provare un senso di colpa.

In quanto se è nostra piena responsabilità rispettare e non causare volontariamente danno o sofferenza agli altri, non lo è occuparci della loro felicità, o corrispondere a tutto quello che vogliono o vorrebbero che facessimo.

A volte e qui entra in gioco il senso di colpa, ci sentiamo responsabili di situazioni che oggettivamente non sono nostra responsabilità.

Senso di colpa: desiderio di onnipotenza

Si tratta di una sorta di senso di onnipotenza! Anche se vorrei che l’altro stesse bene, non è realistico pensare che il suo umore o la sua felicità dipendano completamente da me.

Nemmeno con tutta la buona volontà posso fare in modo che l’altro sia felice, se questo non vuole esserlo e non agisce in tale direzione!

Tutto ciò ci da l’illusione di avere il controllo, ma si tratta di qualcosa che non è reale perché anche se è giusto io faccia del mio meglio, in realtà non tutto dipende da me.

In alcuni casi particolari  è l’altro che vuole farci sentire in colpa, attribuendoci responsabilità e colpe che non ci appartengono.

Parti sempre da questo semplice ma fondamentale presupposto:

– Sono al 100% responsabile di ciò che faccio, ciò che dico, ciò che penso, ciò che sento. Sono corresponsabile nella relazione e non pienamente responsabile della relazione!

– Gli altri sono al 100% responsabili di ciò che fanno, ciò che dicono, ciò che pensano, ciò che sentono. Sono corresponsabili nella relazione e non pienamente responsabili della relazione!

– Ognuno ha le proprie responsabilità!

A volte tale situazione può condizionare, e avere un impatto molto importante sulla nostra vita. In questi casi è molto utile chiedere aiuto, e affidarsi ad un terapeuta esperto.

Uno psicologo professionista può aiutare ad elaborare la situazione, e mostrare aspetti non ancora considerati in modo da consentire la completa risoluzione della difficoltà in atto.

Alcuni utili consigli:

Valuta se hai oggettivamente commesso un errore, se c’è oggettivamente un danno o meno. A volte ci costruiamo dei sensi di colpa a partire da situazioni su cui non abbiamo la totale responsabilità. Attenzione a questo, può condizionare molto la vita!

Valuta oggettivamente quali sono le tue responsabilità e quelle della controparte. A meno che non ci sia un danno oggettivo, la responsabilità non risiede mai solo da una parte. Ognuno dovrà assumersi la propria!

– Occorre convincersi del fatto, che non siamo onnipotenti e che non tutto dipende da noi. Dipende da noi fare del nostro meglio, avere rispetto, e comportarci in modo corretto. Gli altri sono responsabili della loro vita, delle loro scelte e di come decidono di comportarsi.

E soprattutto sono responsabili della loro felicità!

Da più di 15 anni, ascolto e aiuto persone concretamente a uscire da situazioni difficili, e riprendere in mano la propria vita o con la consulenza psicologica online o presso i miei studi di Padova e Treviso.

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Dott.ssa Monia Ferretti, Psicologa, Psicoterapeuta

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